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Le mie scritture

lunedì 11 aprile 2011

Preghiere

O Madre

La linea del tramonto
sporca il cielo
di scuro cinereo,
arrogante arriva
la pioggia.

Tu dolcissima,
imperante Madre
nella stagione rosata
diffondi
l’armonia degli angeli.

Il tempo grigio avanza
ma fra le tue braccia
torna il sereno.

L’uggia angoscia l’animo
la tua serenità.
mi conforta.

Risvegli nei cuori
la flebile certezza
veemente e incrollabile.

Conosci il mio mondo
crudele e malvagio
ma di speranza lo esalti

O Madonna che inebri
di passione,
dischiudi rose odorose
nel bene,
della serenità appagante
della vita.

Colma è la gerla
del tuo amore
e l’uomo infelice
incontrerà la pace

L’or di notte

L’or di notte è passato
e sereno  è al mio cuore,
lieve il sussurrio
delle fronde
tutto tace,
tutto dorme,
i miei occhi insonni
Lo sguardo vigile
lassù in alto,
celo di seta
cielo di bambagia,
la…
vedo una stella
splendida,
brillante,
a Lei mi offro.

Fantasticando piango,
la mia anima è leggera.

Vagano i pensieri
fra le lucciole in cielo
nell’animo mio bisbiglia
una gemito gentile,
gentile…
prono mi trovo…
e prego.

Aiutami

Il giorno vivo
mute parole
nel riposo più assoluto.

Centurie di pensieri
mi aggrediscono
nella testa ,
nel cuore.

Una fiamma,
un fuoco violento
mi assale.

Ti guardo intensamente
o Signore,
ti adoro con trasporto
fin dove finisce il tempo.

Concedimi un po’
della tua passione,
Ti aspetto,
non voglio morire
lontano da Te.

Bene infinito
innocente e ardente.

Sei la passione infinita,
conforto,
sollievo,
l’eremo mio.

Fonte zampillante,
reggia della mia solitudine.

L’anima mia
grondante lusinghe
si è offerto a Te
unica mia liberazione.

Guardo la Croce 

Sdraiato sul letto
oppresso da mille pensieri
alzo gli occhi
e vedo la Croce
appesa sul muro.

Sera dopo sera
un puntuale incontro
con Lui
che è morto per noi.

L’animo si commuove
nell’ammirarlo,
un groppo di compassione
mi avvolge la gola,
mando un bacio
a quel volto
cinto di rovi.

Nel silenzio ascolto
il vento che bisbiglia
nella selva,
la voce dei castagni
svanisce come musica
al cielo.

Osservo la Croce
e rifletto,
oh figlio di Dio,
il mondo sarà vita
bella,
piacevole,
gioiosa
sino a quando Tu
astro Solenne
riscalderai la terra.

Offriti

Ama con tutto te stesso
e vivi la tua vita.

Canta la tua canzone,
nobile sinfonia,
sublime prosa,
allegria che tracima
per chi ti sta vicino.

Offri senza pretese
gocce di rugiada
sul cuore disperato,
offri un domani
a chi si è avvilito,
offri luce
a chi il giorno
più non vede.

Tendi una mano
a chi la via a smarrito,
allevia la tristezza
con un sorriso.

Sei un inno alla gioia,
raccogli lungo
la tua strada
fiori silvestri,
spontanei
donali al Salvatore
che tutto possiede
e tutto offre.

Offriti a Lui
nel luccichio delle stelle,
vivrai sulla terra
germoglio perenne
del tuo buon cuore.

Vorrei non fosse un sogno

Un sentimento invisibile
mi conquista,
lontano dal disordine
congiungo le mani
che tremano,
prono mi trovo
con gli occhi di pioggia,
il cuore bussa alla vita.

Ritorno giovinetto
quando correvo
fra il piano e le selve,
vivo fremente
senza il fardello degli anni.

Impressioni di dominio,
sull’altare transita
passo dopo passo
a ritroso la vita,
navigo nel delta inclemente
e piccole sono gioie.

Qualcosa bisbiglia
furtiva come lo zampillare
di una sorgente,
esala dal cuore
la fragranza dell’armonia
che mi invade.

Quale enigma,
immisurabile abisso
mi divide Dio.

Mi aggrappo a Lui
in questo momento immateriale,
mi sento inaridito
e voglio elevarmi
a Te,
nella devozione
della mia anima.

La nostra strada

Oh Signore
oggi il mondo ti dimentica,
non sei più l’essere supremo,
tutto fanno per abbandonarti
trascinati dalla fiumana
del tempo
senza un domani.

L’uomo un dì pensava…
rifletteva sul trapasso
della vita,
senza tempo
colma di gioie.

Adesso non pensa ,
non vede
oltre le misere spoglie,
ci assale l’abisso,
un silenzio cavernoso
del diverso mondo.

In questo,
l’inutile
si aggiunge a l’inutile,
non è qui che abitiamo
viviamo vagabondando
per la dimora futura.

La metà quale sarà?
saremo rapiti dal timore,
o canteremo alla gioia?
la morte sarà
padrona dell’una e dell’altra,
unica via la fede,
il nostro orizzonte.

Rosa regina

Variegata,
foglie ruvide
affascinanti
seducenti,
rosa del mio giardino
nutrita dalla passione,
dalle molte sfumature
e molti profumi incantati.

Musa e ispiratrice
per pittori e menestrelli,
rosa di maggio
fresca principessa,
ogni animo gentile
ha un fremito per te.

Accendi le emozioni,
gocce di rugiada
sui petali vellutati
e l’aria profumi.

Doni amore alle
donne sognatrici,
ai giovani amanti,
speranze agli uomini,
luce ai morenti.

Ovunque ti trovi,
sui sentieri delle selve
nei giardini
sui balconi
guarnisci la tavola
riscaldi le fredde tombe
decori gli altari.

Ma non c’è una rosa
più seducente,
inebriante,
amabile,
di Te Maria,
sublime fiore.

Regina tra le rose
regina tra le mamme.

Stringimi  forte

Alba aulente
risalta la guazza sul prato,
campi arati,
vette d’oro ardenti.

Mutevoli pendii dove
il ruscello scivola leggero,
il merlo chioccola
nelle verdi selve.

Rughe profumate
di pane caldo,
balconi di rossi gerani
sui monti rivoli di neve.

Lento il campanile
disperde i rintocchi,
muggito di armenti,
il volo dell’airone,
le grida dei bambini
intimità vivente.

Fieri castagni
frescura conciliante
pigolio di passeri implumi.
una calda carezza.

Festa di affetto
per Te o Signore
un saluto d’amore,
immerso nei ricordi
stringi forte il mio cuore
in una caldo abbraccio.

Viandanti

Aurore raggianti
vespri seducenti,
si susseguono perenni
nel cuore degli uomini.

Giornate aulenti
esistenza dorata,
degrado di morte
uomini invasi di pianto.

Estasi per gli onesti
tormento per i perfidi
incanto per gli uni
dolore per gli altri.

Viandanti uniti
ci presentiamo
alla reggia di Dio.

Bevi

Da lontano sei giunto
col calice colmo
della tua sofferenza,
versalo nel mio bicchiere
dove io vivo
nell’eremo silvestre.

Il pianto
bagna il tuo corpo,
dal fondo dell’angoscia
ti elevi
nel spazio azzurro
godi in allegria,
pensieri e disagi
si allontanino da te.

Recita la prosa
di un giorno rivissuto,
cogli
il frutto piantato dal Cristo
trasformato in preghiera.

Bevi,
è acqua sorgiva
pura,
chiara
è acqua del Signore.


Desiderio d’amore

Si sveglia il giorno,
si accendono i colori
muore la sera
al cinguettio dei passeri,
spio il silenzio
l’animo evade.

O Signore
resto affascinato
delle tue creature,
dell’infinito,
mi intingo nel bello
e ne sono pago.

I miei pensieri
navigano lontani,
fioriscono come fiori
a primavera
al desiderio d’amore
per Te.

Lontano se ne và il tempo
la rugiada riempie
le brocche della vita.

Si ode nel fruscio
delle fronde,
una lagrima  di pioggia
lo sfavillio di un focolare,
nella cuna un bambino
una mamma che freme.

Alza gli occhi

La terra
appare in un mare
di serenità,
al contrario dona
una trama di pianto.

Passioni perdute,
piaceri domati,
stelle spente,
il cuore mi abbandona
impaurito disperde
ogni desiderio.

La fantasia trascende,
spuntano le lacrime
che soffocano la gola,
rivoli di calda pioggia
sulle guance
che spengono il sorriso.

Impotente nel domare
l’espressione violenta
che l’animo accoglie,
sincere tenerezze
per alleviare
e confortare.

La folla scorre furtiva,
ti offende,
ti umilia
fredda e scostante.

Ma alza gli occhi al cielo
fra nubi di bambagia  
troverai la pace,
troverai il Signore.

Una lode a Maria

Madonna…
sola
prostata
e umiliata.

Lo spirito è grande
rinchiuso nello spasimo,
con Te nasce l’allegria
pure sotto il tabarro
che copre il tormento.

Le campane sono
note giulive
o mera mestizia?

Frasi sprecate
o poesie d’amore?

Una violenta fiumana
o una selva di pace?

E’ una lode a Te,
o Madre…
come invocazione d’amore.

Un dì salirò in alto,
sulle mie montagne verdi
dove Tu dimori
accanto al Signore,
e ti donerò questa mia
ultima lacrima.

Frotte di angeli

Fruscii di palei 
e la melodia del fiume 
riecheggiano oggi in me
sull’arpa di luce mutevole,
che dai maggesi incolti sale
e raggiunge il cielo.

Frotte di angeli
in bianche tuniche
con superbe campane dorate,
nella brezza melodica
in cielo fra le nuvole
giocano i cherubini.

Trovo la volontà segreta
che mi induce su,
dove ascoltare
in ogni alito di vento
il  tuo spirito che riluce
come fiammella del Signore.

Scava

Scava…scava un pozzo
nell’intimo dei tuoi sentimenti,
porta una lanterna accesa
nei baratri dell’anima.

Picchia su enormi macigni,
colpisci e scruta il fondo
esplora e cerca
e scaverai gioielli vivi,
scintillanti prismi
e rilucenti ori.

Frantuma ed estrai
prosperità dal fondiglio
che l’Altissimo
benevole ti offre.

Pigro è l’istante,
la vita fugge
nel giorno senza fine,
percuoti e estrai
e nel furor di scosse
la terra freme.

Dalla volta cade
la cosa più bella,
che per te arde
e si fa dono,
l’intimo splendore
di Dio nei tuoi sentimenti.

Processione

Creature caste e serene,
immacolati scialli 
come ali di airone
di seguito vanno.

Lo stendardo al vento
tremolante,
a ritmo ordinato  va
ondulante il baldacchino,
riverenza e venerazione
andatura lenta su arazzi
di petali dai vivaci colori.

Sprigionano il dolore della vita
armonie che erompono soavi
e preghiere appassionanti.
la Croce emerge
come luce inebriante.

Nella volta celeste l’arcobaleno,
nel vento compaiono
sciami di nubi  bianche,
s’affacciano gli angeli
messaggeri divini.

Venticello leggero,
sublime lusinga
accarezza l’anima,
un’aureola illumina
l’aria albeggiante
di un nuovo giorno.

Preghiera di un passero

Oh Signore sempre
ed ovunque regale,
nel tempo che fugge
sia diluvio impetuoso
o cielo azzurro.

Tu che baci la morte
innalzando alla vita
nello stesso cielo radioso,
nei prati infiniti.

Tu  che crei dubbi e desideri
in solo stante
sia letizia o dolore
tu che mostri
ogni cosa in Lui
che rispecchia nel mondo.

Aurora e crepuscolo
tenebre e luce
nella di te grandezza sublime
fuoco che riscalda aspre lacrime.

Tu padrone del cielo
fai si che il passero viva
che cinguetti sul ramo
in un canto d’amore.

Sia felice il suo domani
che invoca nell’alto
di un cielo dorato,
che canti gioioso sebbene
non si aspetti che un giorno,
vinto dal tempo nemboso
cada sulla pianta di rose
nell’ultimo canto.

Preghiera

O Signore
una grazia ti chiedo…
fa che mi inebri
nella pace di un tramonto,
ch’io raccolga gerle di fiori
e ne esalti il profumo.

Che oda il fruscio delle selve
e ammiri in una notte stellata
l’immenso firmamento.

Lascia che io ascolti
il vagito di un bimbo
il gemito di chi ama
il pianto di chi soffre.

Nella notte ricoperta di luna
ti sono grato Signore.

Lui

Insensibile ti ascolta,
insensibile come
la confusa ragione.

Il calore della pensiero
ti commuove,
come la passione
dominante
e come la bussola
indica la via.

Lui  ti osserva,
ti giudica
col suo sguardo
indulgente.

Ti accorgi
all’istante
di non essere nessuno.

Una preghiera

Nei meandri ferrigni
di memorie stanche
ostruiti da relitti
scempie parole,
paura di dimenticare.

Vita e morte,
oratoria e mutismo,
astuzia e inganno,
costanza e incoerenza,
irritante urgenza,
di una soluzione.

Lune di primavera
a impallidir le notti,
unica condizione
gridare
il nome proprio
con orgoglio,
poi fuggire.

Signore bramerei
esser capace
di apprendere,
di pensare,
di credere.

Ma carrozze di ombre
mi inseguono,
umiliato,
prono mi trovo.

La fertile preghiera
ti onora,
al di là
delle false lodi.

Croce

Nella fragranza
delle travi
di legno
recepisco l’energia
di invocare  il Padre.

Sul corpo
offerto
al travaglio
recepisco,
il sacrificio
per un eterno
amore fraterno.

Nel ferro
che morde
la carne
recepisco,
la superbia,
la difficoltà
di ricercare
un pensiero
che dimostri
questo aspetto
di primordiale
freddezza.

Ti vedo

Si sveglia il nuovo giorno
con lo stornello del passero,
tuba la colomba,
vola la farfalla.

Ad oriente  un punto,
una incisione di luce,
soli ci troviamo
nel turbine di fronde.

Senza fine affascini
l’animo mio,
il mio corpo di giovine,
il mio corpo di vecchio,
a volte oscuri
a volte illumini,
di sconosciute sensazioni.

Dolce è il tuo richiamo
che mai scorderò,
e l’offrirò
al prossimo
per mostrarmi a Te.

Melodiose poesie
nel brusire delle selve,
le sento vicine
ma Tu… discreto taci.

Invaso dai colori
dei miei monti
avverto che
in mille sfumature
Ti posso vedere.