Solitudine
L’infante non sa cosa più bella
della sera esista,
più bella e inconsiderata.
Appollaiato sopra un bianco scoglio
odo lietamente il canto del mare,
solo,
isolato tra spruzzi e conchiglie morte
le carpisco per donare all’onda,
spumeggiante e irta.
Intravedo una barca
con le vele spiegate
che di luce dipinge il mare.
E il silenzio è estremo.
Ombra
La nera ombra
dall’airone
su di me rosato volteggia,
ignaro del rischio
che l’uomo pone.
Al batter della risacca si posa,
racchiude le fluttuose ali.
Anch’io come
preda stupenda
ebbi vicenda uguale.
Ed era bella l’ultima cosa
che di me rosa tinse
ed la vita sua lasciai,
a me resta la nera ombra.
Padre
Il passato in sepolcro trascurato,
adesso risorta apparenza,
che dall’ incavo straripa come sorgente,
una rappresa violenza domina
una mano le strappa capace l’ostruzione.
Al cospetto lieto avverto
la di te ricomparsa,
Padre mio che di fatto
alla maniera di un buon discepolo patisco.
Serenamente in me ripercorri
remote avvertenze vane,
il tuo luogo di dimora in un verde eden io immagino,
dove con te si riesce a serbare
la vitalità bambina chinarsi
al tuo dolente volto .
E’ una visione,
un triste abbaglio, capisco,
ma venire vorrei dove sei approdato,
irrompere dove sei stato accolto.
Ho immensa serenità e molta prostrazione.
Padre venuto dalla zolla arida
in Te l’esistenza consuma e sopprime.
Esistenza
Come I miei pensieri,
grigi sepolcri,
profanati, decomposti,
seviziati dalla furia umana,
dal rancore più funesto.
Navigo in acque torbide e putride
annaspando per restare sull’onda
di quella immonda materia.
Con gli occhi che spruzzano odio
per il dolore,
la passione,
con la mente tempestata
da continui scenari di sofferenze,
di sangue versato.
Questa è la vita che non bramo.
La mia presenza per poca pace.
Ripensamenti
C’è alcunché nella morte
che richiama alla mente l’amore.
Se con alcuni avvertito avete
il sentimento e la veemenza
dell’innocente tormento,
dopo stagioni di fermento in comune,
avvertite spegnersi la passione
così complici esalate.
E tenue tenue ,
adorabilmente
per così recitare congiunti
nella familiare dimora,
c’è,
fra le ombre un concordia
che ripensa a l’amore.
Un di
Che letizia,
adagiato sul letto
origliando al furore del vento
cingere al seno la tua donna ,
mentre il cielo rovescia i suoi fragori,
col favor della pioggia
rallegrarsi per in quieto sonno.
Che io abbia la forza di ammirarti
allorché giungerà l’ora ultima
stringerti perendo la mano,
mentre si dissolve al tatto.
Mi rimpiangerai mia Lory
in una combinazione di pianto e baci.
Mi rimpiangerai ,
non ha spine il tuo cuore.
Alcuno prostrato innanzi
a quel sepolcro,
sia uomo o bambino
non potrà distrarre senza piangere
lo sguardo.
Per lei
Lei mi è stretta nel cuore
come la pianta alla terra.
Mi è gradevole
come gradevole è il riposo
delle spoglie
del fisico spossato.
Il celestiale affetto per lei
la mia vita colma,
come traboccante torrente di primavera
scorrevole nel trasparente disgelo.
I mie inni si sciolgono con la serenità
col gorgoglio di una marea
che loda le crespe e le fiumane.
Se tenessi il firmamento, gli astri,
la terra con i suoi tesori reclamerei ancora.
Bensì pago,
impigrirei nel più miserevole cantone della nostra terra
se godessi di lei.
Angosce di figlio
Madre mia non vedi le mie ferite,
non ascolti il mio pianto,
l’angosce di tutti i giorni
il dolore che in me intrinseco alloggia.
Sono il tuo unico figlio che
nell’inquietudine vive,
si dispera.
Ti supplico;
Aiutami a uscire da questo tunnel
spalancami le porte della vita serena
fa che quello che ai generato
torni a vivere
fa che il buio scompaia
e torni il mio cielo pulito.
Inferno
Anime inquiete,
peccatrici,
funeste e dolenti
per un trascorso
ambiguo e tetro.
Travolte dai miasmi
degli inferi
in compagnia
del peccato eterno
in un turbinio di vampe,
urla terrificanti .
Nelle tenebre più nere
vagate alla ricerca
di pace,
coscienti sapete
di non meritare
e non troverete.
I vostri peccati,
esasperati reati
vi tormenteranno
per l’eternità,
dove l’eternità
non ha tempo.
Fiera
Come fuochi d’artificio
la mia vita sfavilla
con fragori impressionanti
alla vista altrui di mille sfumature
ma dentro di essa alloggia
la più cupa delle solitudini.
Intorno a me dimora una continua fiera
saltimbanchi
giocolieri pronti a deliziare i partecipi
a far vivere al presente molta ilarità
molta brama di vivere.
Ma la realtà volteggia cupa
come un rapace affamato di carcami
insaziabile e famelico al suo apparire
indegno essere lacerante
le carni senza rispetto.
Nelle tenebre del mio essere io vivo.
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